Terapia Cognitivo Comportamentale

Terapia Cognitivo Comportamentale

Ho sempre avuto una mentalità sperimentale e orientata al raggiungimento di obiettivi concreti, per questo ho adottato un approccio scientificamente fondato, attraverso il quale collaboro empaticamente con i miei pazienti nella risoluzione delle loro difficoltà nel qui ed ora.

La terapia cognitivo comportamentale (TCC) è, infatti, attualmente considerata a livello internazionale uno dei più affidabili ed efficaci modelli per la comprensione ed il trattamento dei disturbi psicopatologici. Tanto da aver assunto il ruolo di trattamento d’elezione per i disturbi d’ansia, così come attestano recenti documenti diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Questo approccio basa la sua efficacia sull’individuazione di una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti e sul concetto che tutti noi siamo attivamente coinvolti nella costruzione della nostra realtà. I problemi emotivi sono in gran parte generati da credenze disfunzionali le quali diventano le “lenti” con le quali guardiamo e interpretiamo la realtà. Ad esempio una persona che non viene salutata da un’amica che incontra durante una passeggiata può provare sentimenti di rabbia (emozione) perché pensa che l’amica le abbia mancato di rispetto (pensiero) e potrà accusarla di non averla salutata (comportamento); un’altra potrebbe rattristarsi (emozione) perché crede che l’amica si sia comportata così perché in verità non la considera una vera amica (pensiero) e potrebbe piangere e non contattarla più (comportamento); un’altra ancora può provare sentimenti di colpa (emozione) perché crede di aver fatto qualcosa (pensiero) che ha scatenato il comportamento dell’altra persona e cercherà di scusarsi (comportamento). Le persone reagiscono in maniera differente, a fronte della stessa situazione, perché credono e pensano cose differenti. Attraverso la terapia cognitivo-comportamentale mi propongo, di conseguenza, di aiutare i pazienti ad individuare i pensieri ricorrenti e gli schemi disfunzionali di ragionamento e d’interpretazione della realtà, al fine di sostituirli e/o integrarli con convinzioni più funzionali.

Altro aspetto importantissimo è la valorizzazione dell’intera storia di vita dell’individuo ritenendola fondamentale per capire come e quando si sono sviluppati gli schemi e le condotte disfunzionali che creano disagio nel presente. In questo modo si riesce a dare un senso a quello che si sta vivendo, riducendo lo stato di smarrimento e favorendo un atteggiamento più comprensivo ed accettante verso se stessi e la propria sofferenza.