Avere un buon livello di autostima riveste un’importanza centrale in adolescenza, in quanto permette al ragazzo, se pur con difficoltà, dubbi o incertezze, di affrontare le sfide della crescita, di costruirsi un’immagine positiva di sé, di relazionarsi con i coetanei, di fare delle scelte, di sperimentarsi e di muoversi nel mondo con una certa sicurezza e disinvoltura.
L’autostima corrisponde al valore che ciascuno di noi attribuisce a se stesso, al grado di accettazione di sé, alla fiducia che si ripone nelle proprie capacità e nel saper affrontare le proprie esperienze di vita e alla rappresentazione che ogni persona ha di sé.
L’autostima si costruisce giorno dopo giorno attraverso i rimandi continui che le persone significative forniscono ai bambini e agli adolescenti e attraverso le esperienze positive di efficacia che gli stessi sperimentano nel corso della crescita. I genitori, i fratelli, i nonni, i parenti e più tardi il gruppo dei pari e gli insegnanti plasmano e contribuiscono all’idea che bambini ed adolescenti hanno di sé stessi.
I fattori che contribuiscono allo sviluppo e mantenimento di una buona autostima nei bambini ed adolescenti sono:
- I successi, ovvero la sensazione di essere riusciti in qualcosa.
- L’autoefficacia, ovvero il senso di competenza e la percezione di sentirsi capaci di fare.
- L’accettazione del gruppo, ovvero il senso di apprezzamento da parte del gruppo dei pari e delle persone significative.
- La soddisfazione, ovvero la sensazione che deriva dalla realizzazione delle proprie potenzialità.
L’autostima negli adolescenti si fonda in particolar modo sul rimando del gruppo dei pari e molto meno su quello dei genitori ed insegnanti. Ma anche gli adulti in questa fase di sviluppo hanno un ruolo fondamentale. Infatti, i ragazzi, anche quando giocano a fare i “grandi” e si mostrano sicuri e indipendenti, in realtà hanno fortemente bisogno di essere sostenuti, soprattutto da un punto di vista emotivo, apprezzati e valorizzati dagli adulti di riferimento, insieme alla necessità di sentirsi accettati dal gruppo dei coetanei.
I genitori, devono essere consapevoli dell’importanza del loro ruolo: le loro parole e i loro comportamenti hanno un peso, condizionano profondamente il figlio, soprattutto i loro GIUDIZI. Per un figlio sapere che un genitore nutre e nutrirà fiducia in lui, che lo accetta e crede nelle sue potenzialità, è fondamentale perchè lo aiuta ad accrescere la stima di sé e a essere più sicuro.
Quanto detto per i genitori può essere generalizzato anche agli insegnanti, figure di riferimento per i ragazzi nella scuola intesa come banco di prova della vita.
Cosa possono fare dunque genitori ed insegnanti per aumentare il senso dell’autostima negli adolescenti?
1.RESPONSABILIZZATELO
È importante che gli adolescenti vengano responsabilizzati e non trattati come bambini. Cosa significa responsabilizzare? Assumersi e accettare le conseguenze delle proprie azioni, dei propri comportamenti, delle proprie emozioni e dei propri pensieri, siano esse positive e piacevoli che negative e spiacevoli.
Questo contemporaneamente necessita che gli adulti di riferimento abbassino il controllo su di loro, permettendogli così non solo di sentirsi capaci ed utili, ma anche di sperimentare la percezione di autoefficacia.
In questo periodo specifico di emergenze dovute all’epidemia da COVID – 19 ad esempio, potete coinvolgerli, a seconda degli interessi individuali e specifici dei ragazzi, in attività che riguardano la casa o la scuola.
Ad esempio è possibile chiedere loro di ricevere un aiuto per gli aspetti tecnologici e digitali, in cui tra l’altro sono molto capaci, piuttosto che farsi dare una mano nella riorganizzazione degli spazi, pulizia degli ambienti o preparazione dei pasti. Se ascoltate gli adolescenti e sentite le loro proposte vi potranno aiutare in molti modi e contemporaneamente permetterete loro di sentirsi importanti, utili ed efficaci.
2.NON GIUDICATELO SE SBAGLIA
Proprio perchè l’adolescenza è di per sè una fase di sperimentazione non saranno rari gli “errori di valutazione” commessi dai ragazzi. Gli adolescenti, che in questa fase sono un ibrido tra un adulto ed bambino, in questi frangenti necessitano di supporto, poichè l’emozione prevalente sarà la frustrazione ed il senso di scarsa efficacia e fallimento. La frase “TE L’AVEVO DETTO, ADESSO ARRANGIATI!” non fa che inasprire queste emozioni e gettare il ragazzo nello sconforto.
L’arma che ci viene in aiuto in questo caso è l’ascolto emotivo e solo dopo una ricostruzione di quanto avvenuto che consenta di fornire al ragazzo gli strumenti per comprendere meglio in futuro quale decisione prendere o comportamento atttuare.
3.COMUNICATE EMOTIVAMENTE
E’ importante aiutarli a riflettere su sé stessi, sugli altri e sul mondo. Avere un pensiero su di sé, sugli altri e sull’ambiente che li circonda permette loro di imparare ad esprimersi meglio e non ultimo di sentirsi più sicuri. Per raggiungere questo obiettivo creare un clima di ascolto è il primo passo fondamentale da intraprendere.
L’ascolto non deve essere giudicante, ma empatico e attivo, altrimenti si rischia di chiudere il canale comunicativo e porre delle barriere che impediscono il passaggio e la trasmissione dei contenuti della comunicazione. Parlare dei vissuti emotivi è anche un importantissimo fattore di prevenzione per la salute mentale di bambini ed adolescenti, perchè consente loro di dare un nome a ciò che provano, di capire perchè lo provano e che è normale o giusto provarlo.
Per ascoltare gli adolescenti basta porre delle semplici domande, prendendo ad esempio spunto da fatti quotidiani che sentiamo in questo periodo di emergenza ed isolamento. Possiamo chiedere loro: Che opinione hai di questa cosa? Cosa ne pensi tu? Come ti fa sentire questa cosa? Cosa pensi di questo comportamento?
4.NON FATE PARAGONI
Ogni ragazzo è unico, nelle sue caratteristiche, nei suoi interessi e nelle sue abilità. Cercate di non crearvi aspettative irrealistiche su di lui, evitando di fare inutili pressioni. Infatti, fare confronti continui con i fratelli o con gli amici, non serve assolutamente a nulla, se non a comunicare il vostro disappunto, il fatto che non siete felici di lui e che lo vorreste diverso, alimentando i suoi vissuti di inadeguatezza e le sue fragilità interne.
Piuttosto di partire dal vostro punto di vista, da ciò che voi vi aspettate o da ciò che è giusto, osservatelo, conoscetelo e comprendete quali sono le sue qualità, le sue aspirazioni. Ognuno di noi se posto nelle giuste condizioni può dare il meglio di sè.
Einstein diceva “Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.”
5.NON CONFONDETE LA PRESTAZIONE CON IL VALORE PERSONALE
La scuola è un ambiente giudicante che mette in crisi molti ragazzi di oggi. Compito delle figure educative, in questa fase, è evitare l’identificazione del valore personale con il voto in pagella. Gli errori sono un’opportunità per apprendere e migliorare. Quello di sbagliare è un diritto. Chi sbaglia e rimedia ha la possibilità di imparare qualcosa di nuovo, a differenza di chi è convinto di essere immune dal commettere errori. Poter fallire e ritentare consente ai ragazzi di acquisire la percezione di controllo della situazione. Il valore personale è qualcosa di intrinseco, non si misura e non si valuta, quindi prendere un’insufficienza ad una verifica, o non avere una spiccata propensione allo studio non vuole dire avere scarso valore, si continua ad essere persone con le proprie abilità che per definizione differenziano gli esseri umani.
I genitori, gli insegnanti e gli educatori non devono pertanto sostituirsi ai ragazzi per evitare loro di fallire, altrimenti si impedisce lo sviluppo dell’autonomia e dell’autostima. Si può invece aiutarli a trovare un metodo di studio efficace, ad organizzare il tempo da dedicare alle attività di studio e alle attività piacevoli e, fattore più importante, educarli all’errore e al fallimento. Questo gli permette di imparare a tollerare la frustrazione e a sentire che i loro sforzi non sono vani.