FESTA DELLA D…OPS! GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA…

FESTA DELLA D…OPS! GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA…

Una ogni tre giorni

Una ogni tre giorni è il numero delle donne uccise nei primi 10 mesi del 2020: la quarantena è coincisa con un aumento delle violenze. L’isolamento, la convivenza forzata, l’impossibilità di sottrarsi materialmente alle violenze uscendo di casa e l’instabilità del periodo hanno reso le donne e i loro figli ancora più esposti alla violenza domestica. Fortissimo l’ incremento dei femminicidi – suicidi arrivato al 90,3% . Questi i dati del VII Rapporto Eures sul “Femminicidio in Italia”. L’incidenza del contesto familiare nei femminicidi raggiunge nel 2020 il valore record dell’89%, superando il già elevatissimo 85,8% registrato nel 2019. Allo stesso modo aumentano i delitti consumati nella coppia, che salgono fino al 69,1%, contro il 65,8% nell’anno precedente. A subire le tragiche conseguenze della “trappola della convivenza forzata” sono state le coniugi e conviventi (+13,5%) e anche le madri, con 14 vittime rispetto ai 9 casi del 2019, uccise da figli spesso affetti da disturbi psichici.

Secondo i dati ISTAT il numero delle chiamate valide sia telefoniche sia via chat al numero 1522 gestito dal Ministero delle Pari Opportunità, nel periodo compreso tra marzo e ottobre 2020, è notevolmente cresciuto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+71,7%), passando da 13.424 a 23.071. La crescita delle richieste di aiuto tramite chat è triplicata passando da 829 a 3.347 messaggi.

Disoccupate

Sul fronte dell’occupazione le più danneggiate dalla crisi sono le donne. Nel mese di dicembre l’Istat certifica una flessione complessiva dei posti di lavoro dello 0,4% rispetto a novembre, ma a colpire è il fatto che il calo sia in larga parte concentrato sul versante femminile. Rispetto al mese di novembre le donne occupate sono diminuite a dicembre di 99 mila unità, mentre tra gli uomini la flessione è di 2 mila posti di lavoro. Un fenomeno analogo viene registrato su base tendenziale: il mese di dicembre l’occupazione femminile segna una battuta di arresto del 3,2% rispetto al mese di dicembre 2019, quella maschile cede l’1%.

Donne multitasking?

Numerosi studi evidenziano come dall’inizio della pandemia sia aumentato lo stress nelle donne. Avvolte dall’isolamento sociale hanno continuato a svolgere le loro mansioni lavorative in smart working o direttamente sul campo (es: sanitari e forze dell’ordine), gestendo la vita scolastica e non dei figli e talvolta occupandosi anche dei genitori anziani o malati. Lo spazio domestico diviene un luogo all’interno del quale non c’è un confine che distingua il lavoro, dalla scuola, dallo svago, dai rapporti interpersonali e dalla famiglia. Tutto si svolge lì. E così mentre lavori devi controllare che sia ancora attiva la connessione internet dei tuoi bambini che seguono la DAD, oppure organizzarti chiedendo un congedo parentale per andare a prenderli a scuola. In quest’ultimo caso questa scelta comporta che tu faccia i conti con il giudizio di “pessima madre” che sacrifica la salute dei suoi figli per la carriera o perché non sa o non vuole gestirli. È chiaro che questo tipo di giudizio non colpirebbe mai un uomo, lui è il capo famiglia, è il reddito principale, come si fa senza il suo lavoro? Questo spiega anche perché in tempo di crisi tu possa essere licenziata e lui no…sei il secondo stipendio…

In realtà una donna, una mamma, ha il diritto di difendere il proprio spazio mentale ed emotivo concedendosi momenti di privacy, per prendersi cura di sé, non perché è una donna, ma perché è UN ESSERE UMANO. FALLO.

Cultura

Cultura è la parola chiave per passare da una logica dicotomica UOMO/DONNA ad una logica più flessibile che faccia riferimento agli esseri umani. Non è difficile, per molti è qualcosa di nuovo, ma dal punto psicologico e sociale può fare la differenza.

MA COS’È QUESTA LOGICA?

  • Una buona prassi che parte dall’educazione dei bambini, fin da quando sono piccolissimi, al rispetto dell’altro in quanto mio pari e non per genere.
  • Utilizzo corretto del linguaggio che sradichi modi di dire radicati nel linguaggio comune come ad esempio “sei una femminuccia” rivolto ad un bambino che non riesce a fare qualcosa perchè impaurito o “non piangere sei un ometto”, come se il pianto fosse esclusiva delle “femmine” perchè geneticamente fragili.
  • Il miglior modo per educare è dare l’esempio: nella routine familiare è importante che i genitori dimostrino rispetto e validazione per i reciproci lavori, che collaborino nelle faccende domestiche al fine di sradicare lo stereotipo che la gestione della casa sia compito esclusivo delle donne. A tal proposito è utile incoraggiare nei bambini l’assunzione di piccoli compiti legati alla gestione dei propri spazi così come stimolarli a perseguire i propri interessi anche se “culturalmente” appannaggio di un sesso piuttosto che di un altro.

Non “festeggio” l’8 Marzo, nemmeno adesso che si chiama Giornata Internazionale della Donna e non più Festa della donna, perché se davvero fossimo tutti uguali non sarebbe necessario avere una data per ricordarcelo.